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- Interculture journa...
- Jahrgang 22
- Ausgabe 39
- Le epistemologie de...
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- 2023
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215 - 234
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decolonizzazione
epistemologia
mediazione
passività nella mediazione
stili nella mediazione
- abstract
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La richiesta teorica sociale di una decolonizzazione dei campi dello studio e della pratica professionale suggerisce la possibilità di una trasformazione unidirezionale. Tuttavia, le condizioni iniziali di questi campi si rivelano spesso estremamente complesse e stratificate. Prendendo esempio dagli orientamenti della pratica professionale dei mediatori di conflitti, il presente articolo intende mostrare come le massime filosofiche ed etiche, i concetti pedagogici, gli indirizzi economici professionali, la partecipazione nelle conversazioni del settore professionale e le visioni personali del mondo si fondono per costruire strategie di lavoro che, in definitiva, sono difficili da classificare e valutare sullo sfondo degli obiettivi decoloniali. Mentre la letteratura nei libri di testo presuppone, generalmente, che le attività sociali professionalizzate siano legate a concetti epistemologici socio-teorici, la letteratura in tema di mediazione rivela una rottura: spesso, infatti, la pratica dell’azione è svincolata dai fondamenti teorici epistemologici. Al contrario, dalla pratica vengono ricostruiti stili e modelli di best-practice, che presentano parallelismi con i fondamenti teorico-sociali, senza tuttavia più collegarsi esplicitamente ad essi. Da queste considerazioni si può concludere che le richieste di decolonizzazione dovrebbero partire da aspetti più particolari e specifici dell’attività pratica, per non essere vanificate dalla complessità riscontrata. Per contro, i mediatori potrebbero ottenere una maggiore consapevolezza etica se le complessità epistemologiche qui delineate, fossero affrontate più esplicitamente nella formazione in mediazione.
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